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Sabbia Rossa

Sabbia rossa, torre saracena, uliveto centenario, rocce a strapiombo su un mare cristallino, macchia mediterranea, odore di salsedine, sole, polvere, mirto e rosmarino ed infine tamburi che sullo sfondo rullano tutto il giorno.

 La XII edizione dello Stage internazionale sulle tradizioni popolari dell’Italia, della Grecia, dell’Africa, dell’India, dell’America Latina e del Mondo Arabo”Vacanze Etniche” organizzata dalla Accademica Musicale Interamnense sotto la direzione artistica di Nando Citarella si e’ svolta in questo scenario imprevedibile ma che spesso il nostro paese ci riserva come sorpresa.

 L’intera settimana di lavoro e’ stata caratterizzata da questa atmosfera di altri luoghi ed altri tempi. Ogni spazio del villaggio che ospitava l’iniziativa offriva diverse tecniche e modi di ricercare. Da un lato Saad Ismail con le sue ragazze al lavoro con la danza del ventre, dall’altro Vassilis Polizois con le danze greche. Ed ancora Carina con il tango e Walter Da Costa con la capoeira. Steve Emejeru con le danze africane tradizionali con due corsi uno per gli adulti ed uno per i bambini. Ed infine Nando Citarella che, magico come sempre, riusciva a coniugare danza, canto, mimo, percussioni ed altro nei suoi corsi di danza, canto popolare e percussione.

 Alla danza ed al movimento, corrispondeva una forte sezione dedicata alle percussioni dove Abdalla Mohamed insegnava percussioni arabe, Stefano Rossini percussioni brasiliane e Ruggero Artale completava con le percussioni africane, oltre allo studio della tammorra con Nando Citarella. Grande cura era stata data anche alla logistica delle varie classi, in particolare lo spazio per la percussione creato in mezzo alla macchia, ha enormemente contribuito ad un effetto intenso e conturbante che faceva perdere la nozione del tempo e del luogo.

 La sorprendente varieta’ di discipline con corsi a piu’ livelli, inclusi quelli per i bambini, ha fatto si’ che i 250 partecipanti di varie provenienze ed eta’si ritrovassero in una dinamica di continuo scambio, con professionisti e non, amanti della materia che approfondivano le loro conoscenze e nuovi adepti alla scoperta di segrete passioni al lavoro gomito a gomito nelle stesse classi.

 Elemento unificatore di tutta questa tensione la grande voglia di stare insieme e fare musica, danza ed arte, di ricercare diversi e nuovi modi di contatto e scambio attraverso linguaggi differenti ma fra loro commensurabili. Questo lavoro si riscontrava e riaffermava ogni sera alla fine della giornata quando allievi ed insegnanti a turno hanno animato un evento comune permettendo ad ogni partecipante di sperimentare con semplicita’ il passaggio da studente a musicista/ballerino/attore per ritornare poi ad essere studente. L’esperienza forte ed intensa ha da un lato confermato il senso della propria ricerca ed allo stesso tempo illustrato il piacere dello scambio, di passare ad altri le proprie emozioni ed infine la ricchezza del mettere insieme sensazioni e benessere; in realta’, la capacita’di restituire quello che si e’ ricevuto, di rimettere in circolo emozioni forti e liberatorie che aggregano e aiutano il singolo a riconoscersi nell’altro.

 Ma questa e’ forse la grande ricchezza di Nando Citarella! La sua grande conoscenza di teatro, musica, canto, il suo essere “attore” in modo totale, epidermico, gli permette di poter restituire generosamente agli altri un modo di fare  teatro, di accostarsi all’arte, aperto ed accessibile ad ognuno secondo i propri ritmi, le proprie potenzialita’. Allora non e’ piu’ il livello la meta da perseguire quanto il modo. Un nuovo modo di intendere l’arte, in cui la capacita’ di esprimersi, di tirare fuori da se stessi la propria arte, la propria capacita’ di sentire, diventano l’obbiettivo primario, la meta verso la quale tendere. Cio’ non vuole negare l’importanza e la necessita’ di studio, approfondimento e specializzazione, sicuramente attributi fondamentali di coloro i quali intendono percorre la via del professionismo, bensi’ riconoscere la ricchezza e la capacita’ di ognuno di ritrovare in se stessi una “propria dimensione artistica”. Forse il riconoscimento della importanza per un maestro di essere capace di esercitare la maieutica se vuole prima di tutto essere il creatore di “espressione di arte” che va al di la’ del singolo e del momento: un istante magico che ha del religioso, del soprannaturale e che e’ sicuramente nascosto nell’animo di ognuno ma che non tutti sono capaci di scoprire e far venire fuori da soli.

 Ed ancora il recupero di un teatro dell’arte che innanzitutto si basava su una forte spontaneita’ ed immediatezza del sentire. In conclusione, a nostro avviso, l’esperienza di questa settimana e del lavoro portato avanti da Nando Citarella, si caratterizza per un suo nuovo modo, generoso, di mettere l’arte alla portata di tutti, innovativo ma che si rifa’ ad una prassi vecchia che non andrebbe abbandonata, anzi riesplorata con l’intento di recuperarne l’uso per renderne l’utilizzo alla portata di piu’ persone possibili senza ambizioni irraggiungibili quanto piuttosto per l’arricchimento del proprio animo e per una migliore qualita’ di vita.

Barbara Terenzi

(antropologa)

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